Da quest'analisi che abbiam fatta con quella determinazione che si poteva avendo udito poche volte un lavoro, che per essere degnamente esposto ha duopo di venire udito e meditato lungo tempo, segue che il Miserere del Mercadante, eccetto alcune poche cose e di picciol conto che a me tornano discare, ma sulle quali non oso ancora pronunziare un giudizio definitivo, è lavoro non che bello, ma bellissimo, così in riguardo al concerto armonico, come alla religiosa purità delle melodie, ed è degno che si collochi tra le opere che onorano una Nazione ed un'Età. Ed io porto fede che questa composizione fra poca età salirà in grande rinomanza; e ad ogni modo l'ottenere al presente la lode di quelli che hanno mente e cuore, vince per se qualunque biasimo avesse avuta, o fosse per avere con isfrenatissima audacia. Né quelle pecche lievissime recano nocumento alla gloria che il Mercadante deve trarre dal suo Miserere, non essendovi lavoro di uomo, eziandio grande, che sia infinito di bontà e di perfezione. Inoltre è da lodare fortemente il Mercadante, che curò con tanta diligenza il suo lavoro per cagione dell'Arte e non per utile grandissimo che venisse a ritrarne. Considerando in ultimo le armonie dobbiamo inferire che il Mercadante per l'uso e per la familiarità di esse è venuto in sì fatti termini, che di altezza di conoscimento, eccellenza di accordi, pochi in Europa sono a lui comparabili; onde non è a far le meraviglie se gli abili Maestri ne restino stupefatti. Ed a questo proposito è mestieri aggiungere pel Mercadante alla lode di grande compositore, quella di concertatore del pari grande, avendo saputo condurre ad armonia parecchie masse musicali, le quali hanno benissimo corrisposto alle cure del loro Maestro.
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