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      Oh Poeta ti prenda amore di te e della Patria tua, che attende il suo Vate robusto! Tu hai la parola magica e l'anima gagliarda per compiere questo santissimo ufficio, ed io ti amo e dal fondo dell'Italia ti saluto fratellevolmente; ma se muovi franco un piede non impacciar l'altro con inutili cespugli, e se aneli una corona, fa che le tue tempia non sieno cinte dalle disseccate fronde olimpiche, ma da' verdi e rigogliosi lauri moderni. Nel dividermi da te ti chieggo perdono di qualche parola dura che ti ho rivolto nel corso del mio libro; ma tu, sì magnanimo, scorgerai di sotto alla durezza della forma il dolore dell'animo, e intenderai che per le anime calde amore è spesse volte l'ira. Sì, io mi rattristo, poi che ti sento degno di gloria più alta, e vorrei vederti signoreggiare per intero e non a mezzo il movimento che certamente avrà l'Arte italiana.
      Così parlo anche ai Maestri di Musica, e dico loro che fa duopo incedere nell'Arte con passo sicuro e risoluto e non tentennare tra il vecchio e il nuovo; persuadersi che le attuali condizioni dell'Arte sono figlie di una potente e razional necessità e non mica dell'arbitrio, onde non si può non seguirle; e abbandonare i sogni di restaurare le tramontate Scuole, che hanno di già avuto il loro tempo. Un matematico, un naturalista vergognerebbero di pensare colle dottrine rudimentali delle età decorse, quando la loro Scienza ha fatto passi giganteschi; e gli Artisti vorranno rimanere estrani ai progressi della loro Arte, attardandosi a suscitare scintille dalle vestigia del mondo caduto?


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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