L'Arte musicale italiana è da meno dell'alemanna spezialmente in due ragioni di composizioni, intendo nella potenza dello strumentale e nella cura di rendere quelle piccole scene, fatte a guisa di quadri, ove è solo il recitativo. Ora il Verdi col Boccanegra usa ed elabora lo strumentale colla perizia alemanna, aggiungendo di più la melodica bellezza del fare italiano, e pone ogni suo studio a dipingere le scene predette, nel che riesce mirabilmente; tanto che a me verrebbe genio di porre a nudo tutte le intime bellezze di quest'Opera se non temessi di sconfinare; onde mi rimango a compiangere quelle anime, non anime, le quali non sentono la profondità delle note pellegrine che ha creato il Verdi. Il suo tentativo è adunque nobile, ed io esclamo: Segui, o Grande, fa di smentire, te ne scongiuro, quelle parole che mi dettava una certa esperienza e una ragione forse severa di troppo; colle quali parole io affermava che ogni Artista segna una forma e va via, l'Arte non vedendo altrimenti che nella forma da lui creata; continua, poi che tu non muti forma, ma la sollevi a maggior perfezione: ardisci, e slaccia il Melodramma dalle convenzionali pastoje. Oh non lasciarmi credere che la tua Musa invecchi, che la Dea dell'Arte sorrida soltanto alle fronti giovanili, che noi non più saremo commossi profondamente dalle tue progredite creazioni, e che altro capo dovremo ornare del lauro musicale! E bada alla scelta del Poeta e del soggetto. Che la tua nobile Musa sdegni di ornare uno scempio librettaccio, e non obblii che le passioni a cui ella s'inspirò meglio, furono le nostre passioni, il luogo in cui si elevò sublime fu il ritiro casalingo di una solitaria dimora, ove un'Anima sola era tutto l'Universo.
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