E se fosse Arte bella l'Arte superficiale delle leggiere cantilene, si potrebbe dedurre per analogia, che ogni misero poetino sarebbe da più dell'Alighieri, perché questi sforza a meditare, dove che quegli è inteso sonnacchiando. Nell'Arte è lodevole la chiarezza, e nella Musica la fattura semplice dei pezzi, ma chiarezza e semplicità non son mica sinonimi di vuotaggine. Del rimanente non è da sdegnarsi se appresso una parte degli Italiani sia venuta in favore certa Musica triviale; nel quale sdegno incorrono tutte le anime alte e profonde, imperocché è natural cosa che al volgo debbano tornare accette le cose volgari. Nientedimeno sarebbe a desiderare che questo volgo scemasse, che si salisse ad una comprensione più elevata dell'Arte, e soprattutto che innanzi di ragionare sull'Arte si avesse uso e notizia delle cose artistiche. In quella vece non v'ha alcuno il quale non si creda nel dritto di sentenziare in fatto di Musica, parendogli che a ciò basti l'avere orecchie, non ostante poi ch'egli tutto il giorno sciupi la vita nei caffè, e non sappia punto quel che sia l'Arte o la Musica. A questo modo vengon su le inutili e fastidiose discussioni, in cui ciascuna parte s'incaponisce a fare strazio della Scienza dell'Arte, anzi del Dizionario. La discussione è bella, e dall'attrito delle opinioni contrarie rampolla la Verità; ma è mestieri si eserciti fra uomini addestrati nella Dialettica, e conoscitori del soggetto che prendono ad esaminare, (veramente io obliava che tutti reputano di essere conoscitori) e che sappiano esser grande e nobile l'abbandonar la propria opinione quando questa non è in pace col Vero.
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