Le discussioni riusciranno a nulla sino a quando di sopra al trionfo della Verità si porrà quello della personale vanità. In cosiffatte palestre tu vedi certi barbassori spacciare alcune sentenze piacevolissime ad udire; e spesso un Critico improvvisato stima di aver scoperto un nuovo mondo quando può osservare che in una determinata Opera sieno alcune reminiscenze, come dicesi; quasi che agli Artisti di Musica non intervenga l'istesso che agli scrittori di prosa, i quali quando è necessario, ripetono un loro pensiero, esponendolo diversamente, qualche volta s'incontrano senza saputa negli altrui concetti, e altre volte, cadendo in acconcio, si avvalgono con piena coscienza di concetti rinvenuti altrove, e li rivestono poi della propria forma individuale. Fra le persone rispettate, i Maestri di Musica vi hanno buona parte, tanto che ognuno crede di ridurvi al silenzio recando in sostegno della sua opinione il giudizio di qualsiasi maestrino o macchinale strimpellatore di orchestra. Fo di berretto ai Maestri quando discorrono della Tecnica, ma eglino non possono seder giudici di quella parte importantissima della Musica che riguarda l'espressione del sentimento, la quale è cosa affatto letteraria. Come persuadersi che certi maestri, i quali a fatica sanno l'abbici, possano intendere l'intimo significato di un Dramma e vedere se la Musica il rese acconciamente, sol perché sono esperti nel Contrappunto? Se la sola Tecnica colle sue regole stabili fosse sufficiente, le opinioni dei Maestri intorno alla bellezza di un'Opera non sarebbero contraddittorie al pari di quelle della massa.
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