La indiriza la letera al S.r Alessandro Strigi, ambasc.re nostro qui in Milano, che lui me la farà aver sicura, et non in altro luoco, perchè vi è d'i cazatori de letere, che non desiderano altro che mandare questo negocio in nulla. Se gli paresse di scrivere una letera alla S.ra Florinda che si contentasse del dovere, et acordarsi con la sig.ra Flavia, et scriverne o farla scrivere al S.r Francesco, alla Sig.ra Flavia, che la non perda questa buona ocasione et che la deba venire in Francia per un anno a questo servicio et, per dire il vero a V. S. Ill.ma il Cap.o suo marito è lui che mi à detto che avisi di questo, et son certo che la S.ra Florinda si accorderà, per chè dipoi ch'ò scritto questa, lei mi à parlato et quasi l'è contenta - (quasi l'è contenta: quanto ciò sa di prima donna!) - ma però non è se non buono che V. S. Ill.ma gli scrive et la ne scriva una per me a Mantova, e in quella della S.ra Flavia et l'altra a Milano....
Se si fa un paragone di buon senso, di amore all'arte, fra gli attori antichi e i moderni, i moderni riportan la palma... a loro giudizio; ma il contrario accade, stando alla storia.
Abbiamo veduto, a' tempi nostri, esimii attori italiani andarsene in paesi forestieri, a capo di un vero stabulario; poichè non ci è lecito parlar di Compagnie. Una diecina di bipedi, che poteano aver diritto al titolo di vaganti, non a quello d'esser più o meno ammaestrati, circondava il divo o la diva, latrando: come già, con un seguito di cani, i mortali credeano aver veduto la dea Diana!
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