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      Staremo qui sino a ognisanti et poi a parigi dove reciteremo in pubblico, quello sarà il maggior guadagno, sin hora mi è stato donato sei vestiti tutti intieri con i ferajoli fodrati di felpa et denari, sichè sin ora io ho avanzato mile et duicento ducatoni et se non son ancor gionto et per non vi venire in fastidio con tante chiachere facio fine pregando il Sig.r idio che gli dia ogni sorte di contento, di Fontanabeliò. a di 4 ottobre 1613.
     
      D. V. S. Ill.ma Aff.m° Servitore
     
      TRISTANO MARTINELLIdetto Arlechino.
     
      io raccomando a V. S. quello che tiene il mio privilegio di favorirlo et fare che detto privilegio sia ubeditto come comanda S. A. S. mio Car.mo Compadre et qual farette le nostre raccomandacione personalmente.
     
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      Lettera di TRISTANO MARTINELLI al Duca di Mantova
     
      Al Sermo Sig.r Duca di Mantova.
     
      Ser.mo Monsieur, mon Compere et Cosin.
     
      Questa nostra sarà perchè labiamo scritta, dandovi nuova delle cosse di Mantova, la saperà come S. A. S. è stato alquanto amalato ma ora per gracia di dio et del suo bon governo, et che non era ancora la sua hora, el se diporta bene, cosa che a noi piace molto come crediamo che gli piace poco a lei, però la preghiamo ancor lei a darne qualche nuova di paesi di francia et che cosa si fa et che si dice in quei paesi et se gli è il vero che la Comp.a di Comici che ha menato Arlechino in francia con tanta sua fatica et disgusto, si gli è il vero che la dia così gran gusto a quella Maestà et a quei prencipi francesi et se anco è il vero che la Reg.na abia fatto tante acoglienze ad Arlec.o come lui se ne vanta, prima lui dice che S. M. vedendolo subito gli fece di molte acoglienze et poi gli mise al collo di sua propria mano una colana di duicento doble, et dipiù che il Re lo abraciò chiamandolo suo Compadre et lui gli dise chi ha da essere la Comadre, la Reg.na rispose la nostra figliolla la Reg.na di Spagna a ciò che Arlec.o sia compittamente favorito da noi, se questo è il vero come noi lo teniamo per verissimo sono di gran favori che a questo Arlec.o, oltra poi che natta che sarà la creatura la vogliono per loro, di modo che Arlec.o sarà Compadre dil Re di francia et del Re di Spagna et tre Regine per Comadre et tre Duchi per Compadri et due Duchesse per comadre sichè sono diese corone fra Compadri et Comadre, che facendo conto, a penna e calamaro, sono in tutto quatro rosari intieri a buona misura, sichè dalla parte di Francia Arlec.o si pol chiamar felice ma dalla parte di Mont.a infelicissimo senza lo ajuto di V. A. S. come qui la intenderà, prima quando Arlec.o si parti chel disse a V. A. che la vantava di molti scudi costì et che la diede ordine che fuse pagato, mai mai si è trovato i pagatori et ognuno trovarno le sue false scuse et non se gli pol cavare i denari dalle mane, oltra poi che avendo lasatto per governo di casa sua una masara credendola donna da bene, il diavolo la ha acecatta che per quanto se intende la si fa parlare molto, ma quel che importa più lei et i bertoni giocano in casa di detto Arlec.o a trionfino a rubare et sasinare sichè è stato sforzato a farlo sapere a S. M. la quale si è mossa a compassione et in favore di Arlec.o à scritto una lettera a V. A. S. a ciò la lo favorisca come è il suo solito, et perchè detto Arlec.o è nostro grande amico et non pol star sanza di noi, ne noi senza di lui, noi vello aracomandiamo et volendolo favorire la gli fermarà una suplica che qui sarà rinchiusa et dire all'Ill.mo Sig.r Conte paolo guglielmo Andreasi che lui sia il suo protettore come cappo di quei paesi delli castelli poichè gli è anco bon patrone et amico di detto Arlec.o al quale noi gli scriveremo ancora a lui quatro righe avisandollo et revisandolo ciò che fa bisogno a detto Arlec.o et così V. A. non mancarà per amor di S. M. di dar questo ordine caldamente a detto Sig.e il qual lui caldamente dara ordine a degli altri che caldamente faciono quello che bisogna per servigio del Sig.r don Arlec.o il qual ricevendo quanto è di sopra, pregarà sempre nostro Sig.re per la sua felicità con che fine N. S. gli dia contento et ciò che desidera, di fontanobeliò a di 10 ottobre 1613.


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L'epistolario d'Arlecchino
(Tristano Martinelli 1556-1631)
di Tristano Martinelli
Editore Bemporad Firenze
1896 pagine 61

   





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