Odoacre, uno di loro, impadronitosi della somma potestà nelle province italiane già sottoposte ai signori del mondo, molto si adoperò per richiamare in vita l'antica energia romana lungamente invilita nel fasto e nella corruzione. Favoreggiava questo capo di barbari ciò che abbisogna ai fondatori di una dinastia nuova, la forza e l'opinione, avendo egli per volere degl'imperatori romani principalmente in sua mano il comando delle truppe imperiali; valentissimo in guerra; atto perciò a difendere colla potenza del braccio una nazione assalita dai nemici. Fu dunque primo Odoacre, dopo la caduta grandezza di Roma, a fondare in Italia un governo proprio, saldo per armi, consentito dalla universale opinione dei popoli; ma continuamente avversato dalla gelosia dei greci imperatori, impotenti per sè a ricuperare il perduto, forti abbastanza per contenderne il possesso a chi ardisse signoreggiare con la usurpazione, il nuovo regno non potè mettere ferme radici. Per la qual cosa, non sì tosto Odoacre ebbe assicurato a se stesso uno Stato in Italia, Zenone gli spedì contra Teodorico re degli Ostrogoti, che lo vinse gloriosamente in Ravenna, e si rimase a governare in sua vece.
Inspiravano le azioni del re Teodorico l'amore della gloria, il genio della civiltà, provvide e grandi vedute politiche, degne di tempi migliori. Già padrone del suolo italiano per mezzo dell'armi, questo principe assegnò a' suoi la terza parte delle terre conquistate, e per tal forma si afforzò nel potere con la interessata aderenza dei compagni.
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