Considerata dal lato dei grandi avvenimenti che produsse, la conquista francese in Italia fu una vera rivoluzione politica e sociale, poichè aiutata dall'armi e dalle amicizie dei popoli, rimosse le dinastie antiche dalle sedi loro; sconvolse le istituzioni che da più secoli reggevano gli Stati; un nuovo ne ordinò più forte, e se non libero, non inceppato almeno dalle consuetudini antiche, municipali e feudali; ed alla fine vi diede origine a tanta mutazione nelle diverse parti della nostra società, che in tutti surse e si propagò il sentimento di un migliore avvenire: la quale mutazione insinuatasi di poi a poco a poco negli usi, nelle leggi, nella generale opinione dei cittadini, era specialmente dovuta alla creazione del regno italico, principio di futura unità e franchezza italiana. Chiaro apparirà fra non molto, come da questo benefizio sorgesse universalmente in tutte le classi del Bel Paese la speranza di una patria non più sconvolta da' forestieri, e quanto conforto d'armi, d'opinioni e di patti facessero più lieta una tale speranza; ma intanto perchè meglio alla mente dei leggitori si appresentino così le parti buone come le dannose di una signoria che noi chiamiamo di conquista, importa prima di tutto esporre in breve racconto, e quasi in distinto quadro, il cammino dell'amministrazione, le migliori istituzioni diffuse nel regno italico, le ordinazioni civili concesse e lasciate, le particolari condizioni delle lettere, delle scienze, delle arti, della religione, del commercio, della milizia; per quali mezzi nascesse e si ampliasse una più regolare civiltà; quale fosse fra noi lo stato generale degli animi sul principiare dell'anno 1814; le quali materie, che in sè comprendono i vantaggi non solo del francese dominio, ma le cause stesse delle posteriori macchinazioni dei liberali in Italia, mancano appunto all'egregio lavoro dello storico piemontese Carlo Botta, dal quale ci proponiamo di pigliare le mosse.
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