Con questi direttori generali e col ministro per gli affari interni corrispondevano direttamente i prefetti dei varii dipartimenti del regno, coi quali corrispondevano i sotto prefetti: ordinamento imitalo in tutto da quello di Francia, favorevole troppo alla centralizzazione, nulla al sistema municipale degl'Italiani, ma semplice, non dispendioso nè complicato per interminabili viluppi della moderna burocrazia, abilissima a moltiplicare gli uffizii, gli scritti, le copie, le incombenze, ed a creare ogni giorno nuove divisioni e suddivisioni del lavoro per non fare mai nulla. L'attuazione di un tal sistema governativo, molto opportuno a scemare piuttosto che accrescere o rendere odiose ai popoli le difficoltà del governare, e nelle varie sue operazioni guidato da principii determinati, richiedeva solo il concorso intelligente dei delegati del potere, affinchè il maggior bene della nazione italiana si conciliasse coi risguardi dovuti ad un governo amico e protettore.
Ma ciò che distingue soprattutto la buona amministrazione di un paese, e che fu merito insigne dell'ordinamento dato a quella del regno d'Italia, si è di avvertire e fortemente reprimere gli abusi, migliorare la condizione delle classi medie e basse, promuovere l'ingegno e l'industria, mostrare una uguale deferenza per tutti gl'individui indistintamente, far rispettare i risguardi e i doveri che corrono fra governanti e governati; valersi in una parola di tutte le specialità, di tutti i meriti, di tutte le passioni più generose per ben avviare la pubblica cosa; praticare i necessarii perfezionamenti; e ciò ottenere per mezzo di persone abili, non raccomandate da titoli di casato o da polverose pergamene, ma da qualità personali che dimostrino l'utilità dell'opera loro allo Stato.
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