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      Per ammettere un individuo alle cariche del regno non si dimandava da chi fosse nato, ma quello che avesse fatto o fosse capace di fare; non a qual parte si aderisse, ma quali vantaggi potesse arrecare alla nazione. Meno poche eccezioni, delle quali ci occorrerà far menzione più sotto, i soli Italiani occupavano gl'impieghi amministrativi e giudiziarii; regolavano le ammissioni e le promozioni le visibili prove, non i vanti orgogliosi: negli onori, nei diritti, nei premii, nelle distinzioni, pari in tutto al ceto dei nobili la classe dei possidenti, dei commercianti, dei dotti.
      Una tale amministrazione verso la quale, siccome centro ed anima di un tutto politico sapientemente ordinato, concorrevano le estreme parti di essa, non solo produsse un regolare andamento nelle faccende civili dello Stato, ma eziandio un maggiore accordo nella volontà dei magistrati facilmente inclinati a ben servire alla patria. Con savio e previdente consiglio s'era innalzato l'edifizio civile che in sèchiudeva le sorti future del popolo italiano; con mirabile celerità s'indirizzavano nel novello regno cose e persone verso le scopo prefisso; ed era certamente un gran fatto per l'Italia, dopo le funeste illusioni della repubblica cisalpina, vedere che vi s'incominciassero ora a gustare i frutti di quel vivere unito e nazionale, al quale aveva ella da più secoli inutilmente aspirato.
      Pagava il regno italico ogni anno la somma di 120 milioni di lire, che nel 1812 si fecero ascendere a 144 milioni: la qual somma, per vero dire, di tanto sopravvanzava la comune misura, che in alcuni distretti del Veneziano uniti al regno le imposte sopra i terreni eccedendo in breve la rendita loro, i possessori li abbandonarono a discrezione per non sottostare alla tassa (1). Una quarta parte dei 120 milioni, o vogliam dire 50 milioni delle nostre lire, pagavansi a titolo di annuo tributo alla Francia; ma l'imperatore e re s'era impegnato, per assicurazione e difesa delle piazze forti e frontiere del regno, a far stanziare in esso un esercito composto almeno di 20,000 soldati francesi, il cui numero variava secondo i casi.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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