Per quello che risguarda gli ordini delle scienze, non molto avremo da allargare il nostro discorso; avvegnachè i più fra gli Italiani che vi si distinsero, fossero già innanzi saliti in celebrità, e da molti anni sedessero nei sommi seggi della sapienza italiana: spetta nondimeno ai governanti di quell'età, e noi di buon grado acconsentiamo loro questo onore, di avere operosissimamente promossi gli studii scientifici in Italia, e dato singolare incitamento agl'ingegni che li coltivavano. In questa parte si dee dire che principe e ministri, prefetti e generali, magistrati e cortigiani, andavano a gara nel ricercare e premiare il merito sconosciuto o trasandato; e quanti mai nobili pensamenti, quanti vantaggiosi trovati, quante opere o vedute insigni nei varii rami della scienza, come in quelli dell'erudizione, non sarebbero andati per sempre perduti, senza un impulso generoso che li secondasse, ed un largo conforto che tutti insieme li riunisse, indirizzasse ed animasse! Applicavansi per lo più le scienze ai mestieri, affinchè nella pratica loro riuscissero di maggiore utilità ai bisogni dello Stato, e coi moltiplici trovati secondassero i progressi dell'industria. Nè solo si cercò di promuovere le scienze fisiche o chimiche, ma si illustrarono le filosofiche e le politiche, nelle quali tanta fama acquistarono parecchi de' nostri, che il nome loro andò sommamente onorato e riverito anche di là dall'Alpi. Nuoceva nondimeno in Italia al decoro e alla independenza degli scienziati quell'affannarsi dietro agl'imperiali onori; poichè ai dotti del tempo di cui ora scriviamo, piacquero in singolar modo le lusinghe buonapartiane e gli allettamenti di corte, non per la esaltazione della scienza e l'onore della dottrina, ma per l'ambiziosa voglia di premii e di onori.
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