Scusano oggi le adulazioni versate a larga mano nel Panegirico a Napoleone di Pietro Giordani la vita intemerata italiana, l'egregio sentire ed il costante amore alla patria dell'illustre scrittore; ma non si possono leggere senza ribrezzo quelle prodigategli dal Cesarotti, allorchč la sua cittą, poco gradita all'imperatore e re, per l'affezione da lei serbata alla dinastia austriaca, mandavalo a Milano a capo di una deputazione per temperarvi lo sdegno del sire. "Agitata da troppa giusta inquietudine", declamava l'abate padovano, "si presenta, o sire, per mezzo nostro alla imperiale e reale maestą vostra la devota cittą di Padova per implorare da Voi stesso calma e conforto al sospetto che la tormenta di avere per impreveduta fatalitą perduta una qualche parte della vostra grazia regale ed affezione paterna. Appena si sparse fra noi la nuova del vostro sospirato arrivo sulle terre venete, riempissi tutta di giubilo la patria nostra coll'idea di poter bearsi del vostro aspetto, di baciar quella mano che alterna vittorie e beneficenze, di presentare affollati all'Augusto Padre i cuori della devota famiglia, di esporgli con fiducia figliale i bisogni suoi, i suoi voti, e di ottenere dalla provvida sua bontą soccorsi, consolazioni, speranza. Or qual dolente sorpresa non fu per lei sentirlo trascorrere in silenzio le nostre obliate contrade, e portare altrove il suo lume, lasciando lei nelle tenebre ad ascoltar da lungi con troppo sensibile invidia le grida dell'esultanza del beato popolo, che aveva la sorte di possederlo.
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