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      Il gabinetto di Vienna, il quale, a malgrado delle rotte parecchie volte sofferte in Italia e in Germania, non aveva del tutto dismesso il pensiero di ricuperare quando che fosse le perdute possessioni detta Lombardia, e stava perciò di continuo in sentore di quanto accadeva nel regno italico onde appianarsi la strada a' suoi disegni, subodorò le nuove inclinazioni di quei popoli, e si mise in animo di coltivarle. Pei disastri di Russia, e più ancora per le disfatte ultimamente toccate dagli eserciti francesi nei campi di Lipsia, essendo stati i napoleoniani sforzati a ritirarsi sopra le rive del Reno, i principi collegati non dismesso per anco il timore di una nuova inondazione di armi francesi negli Stati loro, e vedendosi oggimai in attitudine da minacciare eziandio con vantaggio, la volevano ad ogni modo finire con quella superiorità forestiera che pesava loro addosso; si studiavano perciò continuamente di convenire in moti sediziosi le scontentezze dei popoli, e andavano ad arte spargendo in mezzo a loro assicurazioni molto larghe di libertà. Si rinfrescarono in tale occasione vie maggiormente le speranze dell'Austria, la quale facendosi innanzi agl'Italiani ora con manifesti assai bene accomodati, ora con discorsi vezzeggiativi, ora infine con insinuazioni segrete de' suoi fidati rammentava (7): Pesare da più anni sopra l'Italia l'abborrito giogo di Francia, e non che gl'Italiani per la salute propria combattano, per l'imperio di Francia dare essi solamente e sangue e vita ed averi; nè altro essere in sostanza la istituzione dell'italico regno tanto vantata, fuorchè un nome vano senza realtà. Di fatto, i figliuoli strappati alle paterne case, e mandati in estranie terre a servire un inumano signore, attestare più di qualsiasi altra cosa la niuna independenza della patria; e come se questo non ancora bastasse, mentre i figliuoli versano il sangue loro nelle lontane battaglie, trovarsi tuttavia i padri gravati di tasse ed oppressati da un duro procedere dei governanti.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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