Addì 16 aprile dell'anno 1814, Eugenio conchiuse un primo armistizio col comandante degli imperiali in Italia, Le parti più note e interessanti di quell'armistizio furono, per l'Austria, di entrare al possesso delle piazze forti di Palmanova, Osopo, Venezia e Legnago, rimanendo tuttavia Mantova al vicerè, che vi si ritirò dentro con le schiere che seguitavano le sue parti; lascerebbero il regno le truppe francesi che ancora vi guerreggiavano, e per la via più spedita dell'Alpi tornerebbero in Francia; conserverebbe Eugenio (n'ebbe assicurazione dall'Austria e dalla Baviera) ad ogni peggiore evento i beni, possessi e dotazioni di cui era investito nelle Marche; avrebbe il principe libera facoltà di spedire inviati a Parigi per farvi uffizio in suo favore, sia a nome dell'esercito e delle autorità amministrative sedenti in Milano, sia per mandato speciale dei grandi del regno e del senato; non consentendo la risposta degli alleati con le dimande del principe vicerè e con le speranze dei popoli italici, potrebbero le ostilità ricominciare in Italia, ma solamente quindici giorni dopo ricevuta tale risposta.
Fu visto in quella occasione il vicerè incominciare sue trattative ad una volta in Milano, ai quartier generale dei collegati in Parigi, e presso l'imperatore delle Russie. Ai principi faceva insinuare, la sua causa, le sue affezioni intieramente divise dalla Francia e da Napoleone, ora che la fortuna delle battaglie aveva mutate le sorti d'Italia e d'Europa; non si opporrebbe in avvenire la sua volontà a quella degli augusti alleati intenti solo a pacificare l'Europa; non pigliassero argomento a nuovi timori dalla sua elezione al trono d'Italia.
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