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      Queste cose, a dir vero, tenevano in grande sospensione gli animi fino a quel giorno confidenti; e comunque volgessero le sorti avvenire, quali si fossero i pensieri che accompagnavano i principi nelle avite possessioni, questo intanto vedevasi certo e gią del tutto risoluto, che l'Italia rimaneva nuovamente divisa dall'Alpi alla Sicilia; che alla nazionalitą italiana non pił si doveva pensare, e che nemmeno si potrebbero conservare la Lombardia e poche terre della dizione veneziana come Stato italiano. Desiderarono allora gli onesti patriotti, che l'altro voto loro almeno si compisse, e che temperata l'autoritą de' governanti con forme di amministrazione consentite dalla ragione, dalla giustizia, dall'umanitą e dal civile progredire dei tempi, la nuova dominazione acquistasse cosģ stabilitą di potere, come amore di popoli. A questo fine spargevano coloro fra gl'Italiani che pił erano ammaestrati e ammorbiditi dall'esperienza: Badassesi alla smisurata mole di Francia, che rovinava; lą l'immensa gloria avere infine partorito disgrazie, e la conquista soggettato i vinti, non mai fatto sicuro il vincitore; caduta l'ambizione per gli eccessi medesimi del comando, esausti e malmenati i popoli, per le intemperanze delle passate calamitą, calpestata la ragione per la cieca obbedienza al potere; ma ora sorgere in Europa un ordine novello di cose per la benignitą dei principi che intendono ad umani pensieri, ed ognuno di loro studiarsi saviamente, non di riprodurre sotto altre apparenze, ma di distruggere il vecchio; migliore accordo dover quindi nascere fra popoli e re, e questo accordo consistere nelle liberali istituzioni promesse a molti, nella civiltą sorgente nel pensiero di tutti: assai, ed anche troppo, fin qui essersi fatto mostra di valore nelle battaglie; ora, mutati i casi e le veci, doversi meglio attendere a sanare le ferite; nuovi combattimenti, nuovi contrasti, nuove guerre apprestarsi ora fra l'errore che si dilegua e la veritą che gli succede, tra la forza che opprime e il diritto che protegge, tra il bene che sorge e il male che se ne va; pił bello e pił durevole compenso essere preparato a chi, conseguita appieno la vittoria, fosse per mostrare la temperanza di un Tito, la sapienza di un Marco Aurelio.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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