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      Importare frattanto che si dichiari all'Europa intiera, la quale stava non senza sospetto a mirare dove fosse per andar a ferire un sì grande sforzo, che niuna anticipata mira avevano i principi confederati di violentare la volontà dei popoli presso cui si sarebbero condotti a fare impressione con l'armi, perchè abbracciassero una determinata forma di governo, ma voler loro lasciare a ciascuno di essi pienissima facoltà di adottare quelle istituzioni, le quali più e meglio si confanno coi loro usi e costumi.
      Quanto all'Italia, il ministro Pitt non mancò di aprirsi più particolarmente intorno a quello ch'egli stimava convenirsi di fare, ed espose: Riconoscersi prima di tutto non solo utile, ma indispensabile rimettere il re di Sardegna nel suo principal seggio del Piemonte, da cui lo aveva sbalzato una forza prepotente ed iniqua, e rendere il reame di Napoli svincolato da qualunque soggezione verso la Francia. Avendo poi gli accidenti passati chiaro dimostrato che le repubbliche in Italia non possono a lungo durare con l'antico lor modo di governarsi, portare la presente necessità che si prendano intorno ad esse quei provvedimenti che saranno riputati conformi al bene generale della lega; quindi Genova con le sue dipendenze nelle due riviere di Levante e di Ponente, apparire potenza molto opportuna ad essere incorporata agli Stati del re di Sardegna, richiedendo l'attuale e futura politica d'Europa, che gli Stati sardi si aggrandiscano, ed i liguri cedano in potestà del Piemonte.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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