Confidando adunque nelle propensioni della Gran Bretagna, e volendo ad ogni modo conoscere quello che allora si agitasse nei consigli dei confederati intorno alle cose d'Italia, ed in particolare della Liguria, i Genovesi spedirono sollecitamente a Parigi il nobile Agostino Pareto, personaggio in cui con un amore singolare del suolo natio risplendevano la dignità della persona e della parola, l'eccellenza dell'ingegno e della fama, affinchè orasse in favore dell'independenza della patria loro. Si fondavano principalmente i Genovesi sulle assicurazioni date da Bentinck.
Giunto in Parigi l'accorto Pareto, e quivi prendendo a trattare distesamente in iscritto di tale materia con Castlereagh, instando sopratutto appresso al ministro inglese per ottenere che la repubblica ligure si ristaurasse nella condizione di prima, così ragionava: Che risultava dalle promissioni dei confederati la franchezza assoluta delle nazioni, ed il ritorno loro allo stato dell'89; le quali promesse accettate subito dai genovesi cuori con allegra commozione, erano state nella piena integrità loro confermate dagl'Inglesi entrati nella capitale della Liguria, non da conquistatori per forza, ma col nome di liberatori in fronte, aiutati dalle disposizioni e dai moti popolari. E quanto alla disposizione manifestatasi in Genova di ricuperare l'antica independenza con le antiche leggi, dichiarava Pareto, che tale era non pure il voto generale della nazione ligure, ma ben anco il bisogno e la invariabile condizione imposta dalla natura medesima delle cose a' suoi abitanti.
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