Questi ragionamenti molto in vero concludenti e persuasivi, in parte perchè veri, ed in parte perchè rappresentati da Pareto con singolar cognizione di cause, non poterono però svolgere nè il ministro inglese nè i confederati dalle prese deliberazioni; entrando, secondo il detto di Pitt, nell'interesse di tutti che il Piemonte si dilatasse, e Genova cessasse; decisione arbitraria, ingiusta, contraria in tutto alla massima allora tanto vantata della legittimità, essendosi da tempo infinito il Genovesato sempre retto separatamente e da sè.
All'infelice riuscita del tentativo fatto in Parigi dal nobile Pareto non sentirono fallire la costanza i Genovesi più accalorati in tale faccenda, e collocarono le migliori loro speranze nella missione di un simile inviato del governo provvisorio di Genova al congresso di Vienna. Aveva il governo genovese destinato a questa carica il nobile Rivarola, personaggio di grande autorità in patria, caro alla corte di Vienna, amante di repubblica, però a modo aristocratico e per nulla formidabile ai re; ma questa scelta fatta col pieno consentimento dei membri componenti il governo provvisorio, non riuscì gradita a Bentinck, che in vece del Rivarola propose il marchese Antonio Brignole-Sale, giovane d'anni, specialmente raccomandato dal nome e dall'alta posizione della madre. Il presidente Serra esitava; ma ad una nuova e più superba intimazione di Bentinck, cedette, e diede subito lo scambio al Rivarola: sul cadere del mese di luglio, andò Brignole oratore felicissimo (perchè aperto il cammino ai diplomatici onori) della sua patria in Vienna.
| |
Pareto Pitt Piemonte Genova Genovesato Parigi Pareto Genovesi Genova Vienna Rivarola Vienna Bentinck Rivarola Antonio Brignole-Sale Serra Bentinck Rivarola Brignole Vienna
|