Chiedevano in sostanza i Genovesi per bocca del loro inviato l'assoluta franchezza, primo e principal fine della presente trattazione; o la independenza con un principe straniero, foss'anche di casa austriaca, e la Liguria ricevesse titolo di regno, principato o granducato; od all'ultimo, e quando la signoria patria non si potesse ottenere, ed a niun modo si volessero i Liguri lasciare disgiunti dal Piemonte, mostravano desiderio di reggersi con istituzioni, finanza e magistrati proprii: si regolassero sopratutto disgiuntamente, e in uso dei soli nazionali si amministrassero i denari del pubblico; le cariche interne del genovese Stato si conferissero esclusivamente ai Liguri. Tanto poi alcuni nobili dei primi avevano a sč stessi persuasa la facilitą di conseguire tali dimande, che fecero presentare ai ministri dei re confederati un progetto di costituzione, perchč fosse da loro appruovato e riconosciuto. Ma ben altra materia che quella della independenza agitavasi nella mente degli alleati; e un articolo segreto del precedente trattato di Parigi, taciuto infine allora per non lasciar cadere ad un tratto le speranze ai traditi, diceva, che sarebbero i Genovesi dati in piena potestą del re di Sardegna.
Importava nondimeno dare al tradimento un colore di pattuita convenzione; al qual fine i ministri delle potenze convenuti in Vienna nominarono una commissione composta dell'austriaco de Binder, del francese de Noailles, dell'inglese Clancarty, dei due plenipotenziari sardi, San Marzano e Rossi, e dell'inviato genovese Brignole-Sale, per accordare insieme le basi che dovrebbero tenere congiunto il Genovesato alla Sardegna.
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