So che l'Inghilterra molto si affaticava per onestare lo scandalo sotto colore della pace generale di Europa; ma erano turpi ed inique menzogne, perchè nè la tranquillità degli Stati d'Europa poteva essere turbata dalla independenza della Liguria, nè alcun ministro prima di Guglielmo Pitt ebbe mai sognato di sottoporla al re di Sardegna. Insomma, la vendereccia Inghilterra tradiva i popoli; ai Liguri, poveri di Stato, e avversati da tanti principi superbi per le dianzi riportate vittorie, rimasero a scarso compenso le fatte proteste, i lamenti e, solo conforto ai mali degli oppressi, la speranza nel migliore avvenire. Ignoro, se i schiamazzanti ridicoli Genovesi dell'età nostra hanno mai a questo pensato, che la repubblica ligure spenta di fatto, vive tuttavia di diritto!
Ma se lo spoglio si fece quietamente nella Liguria, perchè non era colà chi si potesse opporre con frutto, la cosa successe ben altramente quando si venne in sul trattare del ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Trovavasi il ducato infin dall'anno 1814 occupato dagli Austriaci, i quali vi aveano instituito una reggenza provvisoria di governo presieduta dal conte Cesare Ventura; ed il conte Strassoldo, delegato del maresciallo Bellegarde, pubblicando un regolamento pel governo di que' dominii, ordinava continuassero ad essere in vigore i codici del cessato governo francese, meno però le disposizioni risguardanti il divorzio. Nè passarono molti giorni che l'imperatore Francesco, volendo dare un migliore indirizzo all'amministrazione del ducato, mandava a reggere la provincia in qualità di commissario per l'imperatrice Maria Luigia, sua figlia, il conte Ferdinando Marescalchi.
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