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      Dal canto suo, la Francia si sforzava co' suoi migliori argomenti di far gradire al congresso le pretese spagnuole; ma questi, considerando che l'Austria era potente e vicina, la Spagna debole e lontana, nè punto curando le rimostranze dell'ambasciatore francese Talleyrand, deliberò risolutamente all'arciduchessa il ducato in controversia, eccettuati solamente i distretti compresi negli Stati austriaci sulla sinistra riva del Po.
      La riluttanza della Francia a riconoscere tali accordi derivava da questo, che consentendo le menzionate potenze protettrici a veder succedere nel ducato di Parma a Maria Luigia il figliuolo, duca di Reichstadt, fece Luigi XVIII sapere al gabinetto di Vienna, che non avrebbe mai pacificamente tollerato l'innalzamento di un figliuolo di Napoleone sopra un trono d'Italia; cosa d'altronde, alla quale ripugnavano sommamente gli stessi principi italiani, che a ragione temevano le conseguenze di un tale avvenimento. Queste considerazioni affrettarono le decisioni del congresso. Continuò nondimeno la corte di Madrid nella opposizione di prima; e solamente l'anno 1817 diede ella la sua formale adesione ai provvedimenti presi intorno al ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, non che intorno al principato di Lucca, come meglio più sotto diremo.
      Per quello che spetta gli Stati di Modena e di Toscana, l'Austria espose nel congresso con molta risolutezza le finali misure da lei adottate, dichiarando, essere sua precisa intenzione che ritornassero in balìa degli antichi signori loro.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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