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      Confermò il generale Starhemberg la nominata commissione, ed egli stesso assunse il supremo potere con titolo di governatore. I miseri Lucchesi troppo tardi conobbero, e col loro esempio mostrarono, che se i generali dell'imperatore avevano innanzi fatto sorgere in Italia il grido di libertà con le lusinghevoli parole, dopo, lo volevano spegnere con le baionette.
      Dipendevano nondimeno le sorti finali di Lucca dalle risoluzioni che si dovevano prendere in Vienna intorno al ducato di Parma. Accordatesi infatti, come abbiamo più sopra riferito, l'Austria, l'Inghilterra, la Prussia e la Russia, perchè il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla si deliberasse all'arciduchessa Maria Luigia, statuirono al tempo stesso, che il regresso di tutti questi paesi si dovesse regolare di comune accordo fra le quattro nominate potenze, con la giunta della Francia e della Spagna congiunte di parentado col ramo cadetto dei Borboni di Parma; con che però si serbassero i debiti risguardi ai diritti della casa d'Austria, ed a quelli del re di Sardegna. Quanto al dominio del ramo borbonico di Parma fu tra le medesime quattro potenze contrattanti convenuto, che l'infanta di Spagna Maria Luigia possederebbe in piena sovranità per sè, suoi eredi e discendenti maschi il principato di Lucca, eretto ora in ducato; si aggiungesse al ducato suddetto una rendita annua e fissa di mezzo milione di franchi che l'imperatore d'Austria e il granduca di Toscana si obbligavano di pagare alla stessa infanta, infino a tanto che migliori circostanze non avessero permesso di dare a lei ed a' suoi figliuoli un più conveniente collocamento; sarebbe una tal rendita specialmente ipotecata sopra le signorie di Boemia denominate bavaro-palatine, le quali, avvenendo il caso di regresso del ducato di Lucca al granduca di Toscana, tornerebbero sciolte da ogni carico e peso sotto il particolare dominio dell'imperatore; s'intendesse inalterabile il trasferimento del ducato di Lucca nel granduca di Toscana, tanto nel caso che rimanesse vacante la successione per la morte dell'infanta Maria Luigia e de' suoi discendenti maschi in linea diretta, quanto nell'altro caso, che la medesima e suoi eredi diretti ricevessero un diverso stabilimento o dominio, oppure venissero a succedere ad un'altra linea della loro dinastia.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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