Da quel punto i muratiani continuarono a stanziare in tutte le terre occupate nelle Marche, fortificando in pari tempo Ancona, sito importante sull'Adriatico, e molto bene adatto ai futuri possibili disegni: le quali cose, ed accrescevano vie maggiormente le presenti durezze, e la sperata concordia, con grande rincrescimento di tutti i buoni, s'andava ogni di più dileguando.
Ma la importanza del fatto per Murat non consisteva nell'acquisto di una esteriore provincia, bensì nel rendere anzi tutto benevola ai popoli la sua dominazione nel regno, poi nel farselo confermare da Vienna. Quanto alla prima, non v'era grande apparenza di favore, covando allora fra le milizie napolitane il desiderio di una costituzione liberale, ed essendo questa particolare tendenza dei soldati aiutata da non pochi ufficiali dei primi, entrati nella intelligenza. Nè solamente nell'esercito erano gli animi mossi a desiderare e fare novità, perchè già infin dal mese di marzo dell'anno 1814 una sollevazione di carbonari negli Abbruzzi aveva avvertito il governo del pericolo che soprastava. La mossa male ordinata e male incominciata non potè avere il suo effetto, massime dopo che varii corpi di truppe da Napoli e dal Po, dove aveva allora le sue stanze Murat, marciarono contemporaneamente per impedirla; ma i semi a nuove ribellioni rimasero, e due generali di divisione che avevano gli alloggiamenti loro nelle Marche, spedirono tosto un loro fidato a Genova per indettarsi con Bentinck, e da lui ricevere sussidio di armi e di opinioni.
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