Facevasi questo rimprovero ad Alessandro di Russia, che adoperatesi benevolmente l'anno 1807 nelle conferenze di Tilsill, affinchè Napoleone non bistrattasse la casa di Brandeburgo da lui prostrata a Jena, e le togliesse dopo la vittoria la minor parte possibile de' suoi territorii, ora in vece, ancorchè fosse ancora più intima la unione fra i due gabinetti di Pietroburgo e di Berlino dopo la guerra insieme guerreggiata contra la Francia, volesse egli fare lo stesso che allora Napoleone, pregiudicare cioè agli interessi del suo alleato per avvantaggiare i proprii. Laonde, non ponendo mente che la Prussia aveva l'anno 1807 per forza ceduto il ducato di Posen onde formarne, unitamente a quello di Varsavia, un granducato chiamato parimente di Varsavia a favore del nuovo re di Sassonia, reclamava per sè l'imperatore Alessandro, non solo il ducato di Varsavia suddetto, ma ben anco quello aggiuntovi di Posen, che la Prussia voleva a qualunque costo ricuperare. L'Austria, i cui domimi si erano notabilmente accresciuti dal lato dell'Italia, e che in vista era desiderosa di gratificare ad Alessandro, non faceva aperta opposizione; ma s'andava segretamente compiacendo nella speranza, che altri muoverebbe intorno alle pretensioni del gabinetto di Pietroburgo le prime e le più forti querele.
Dal canto suo la Prussia non contrastava per sola rivalità od ostinazione a tale ingrandimento del suo potente vicino, ancorchè di mala voglia si piegasse a vedersi spogliata di una parte tanto vasta e interessante della sua dizione; ma insisteva, perchè le si accordasse in compenso la Sassonia, la quale possessione avrebbe specialmente conglobata la figura de' suoi territorii, resa più accomodata la geografica sua positura, ed ampliata la forza politica del suo impero in Europa.
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