Affermano taluni che Murat scrivesse quella dichiarazione il dì 5 marzo; ma che due giorni dopo, cioè il 7, fatto sicuro per dispacci de' suoi plenipotenziari in Vienna della mala volontà dell'Austria a suo riguardo, stimasse conveniente il provvedere a' suoi interessi; avviasse perciò le sue truppe verso la frontiera con ordine di avanzarsi fino al Po, e spedisse il conte di Beauffremont a raggiungere Napoleone in Francia. Qualora non si potessero opporre più valide ragioni alle narrate cose, ed il fallo fosse vero(16), esso sarebbe di una grande importanza nella controversia napolitana, e per sè solo basterebbe a scusare Murat della appostagli leggerezza. Parve bensì ad ognuno, ed era veramente cosa enorme la finzione del principe intorno al disegno di Napoleone, allora massimamente che il dirlo come il tacerlo non poteva mutare lo stato delle cose. Imperciocchè, da varii mesi Murat non ignorava la pensata fuga; e messi confidati andavano e venivano dall'Elba a Napoli e viceversa, per concertare i mezzi più adatti a farla riuscire. Finalmente, quando tutto era già in pronto, la principessa Paolina Borghese, sorella all'imperatore Napoleone, a maraviglia di quanti non sapevano rintracciare le fila di quell'arditissima tela, venne nella napolitana reggia per dichiararvi i pensieri più ascosi del fratello.
Intendeva pertanto Murat ad aiutare il tentativo del cognato con una subita presa d'armi in Italia, la quale sviasse i confederati dal chiarirsi ostili alla Francia, e d'ogni intorno suscitasse contrarietà all'Austria.
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