Ma Napoleone che non operava a caso, che voleva intanto acquistar tempo, conoscere anticipatamente la impressione che farebbe a Vienna la fama della sua entrata in Parigi, e che a tutti saviamente parlava di concordia, di stabilità e di pace, rispose a Murat, esortandolo a fare una grossa adunata di genti nelle Marche, e starsi quivi in osservazione di quanto fosse per accadere; ma non attaccasse gl'imperiali, se prima non ne ricevesse gli avvisi da lui. Poi, conoscendolo capace di dare in qualche escandescenza con pregiudizio di sè medesimo e della Francia, e stimandolo di più per impeto smisurato non atto a grandi pensieri di guerra, inviava in Italia il generale Belliard perchè a tempo il frenasse, e a tempo ancora de' suoi consigli il soccorresse. Ma quando il generale giunse al campo dei Napolitani, trovò che la precipitazione del re avea già mandato tutto in rovina.
Nè questi pensamenti erano stati accettati da Napoleone senza una insigne previdenza delle cose future. Di fatto, avea egli di quei giorni appiccato una pratica segreta con l'Austria, obbligandosi a farla sicura de' suoi domini in Italia, se volesse accordarsi con lui; e da un altro lato, per tenersi bene edificato il papa, si era legato con ispeciale promessa al fratello Luciano Buonaparte di lasciarlo quietare nella sua Roma, assicurandolo inoltre, che si sarebbe adoperato affinchè la sua capitale e la sua persona fossero preservate da qualunque minaccia gli si facesse da Napoli. Era papa Pio settimo non solamente di patria italiano, ma italiano cuore aveva, e la sua Italia, quanto altri mai amare potesse, egli amava.
| |
Napoleone Vienna Parigi Murat Marche Francia Italia Belliard Napolitani Napoleone Austria Italia Luciano Buonaparte Roma Napoli Pio Italia
|