Pagina (156/496)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Aveva ancora avuto notizia dal conte Porro di Milano delle preparazioni dei Napolitani e delle voci d'independenza che mettevano fuori, e se n'era in sè medesimo compiaciuto, sperando che ove fossero quei moti validamente aiutati dai patriotti della superiore Italia, non mancherebbero alla fine di produrre nella penisola una grande mutazione a danno dell'Austria. Avendo infine conosciuto per lettere di Murat la intenzione dei Napolitani di voler prendere il passo per gli Stati pontificii, con promessa di non entrare in Roma, tenendo perciò la via di Frascati, Albano, Tivoli e Foligno, e desiderando Pio di rimuovere dalla santa Sede le conseguenze di una tale risoluzione, mandò pregando il re, affinchè provvedesse che tutte le andanti schiere salissero la strada degli Abbruzzi, evitando, per quanto fosse possibile, il contatto coi popoli soggetti all'autorità del seggio romano. Non potè ottenere queste condizioni, sì perchè le vie dei monti non erano in quella stagione facilmente praticabili, e si perchè i regii avevano le loro buone ragioni per avviarsi a Roma, dove i reggimenti della guardia dovevano con una fazione notturna penetrare in Vaticano, impadronirsi della persona del pontefice, e farlo trasportare prigione a Gaeta. Questo procedere di Murat verso una potenza amica era contrario al diritto delle genti ed agli usi di tutte le nazioni incivilite; com'era pure quell'incorporare che fece al suo regno dei distretti di Urbino, Pesare e Gubbio e delle Marche, quando si furono i suoi ingrossati in quelle parti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





Porro Milano Napolitani Italia Austria Murat Napolitani Stati Roma Frascati Albano Tivoli Foligno Pio Sede Abbruzzi Roma Vaticano Gaeta Murat Urbino Pesare Gubbio Marche