I quali argomenti, parte veri, parte magnificati, parte ancora mendaci, non fecero forza all'animo degli adunati. I quali pensando pių al danno che al vantaggio di quegl'incentivi, e stimando il re capitano pių ambizioso e avventato, che politico e prudente, dimostravano coi ragionamenti loro, doversi aspettare le risposte di Vienna e di Londra alle mandate dichiarazioni del dė 5 marzo; da loro piglierebbesi avviamento alle posteriori provvisioni. Essere stati, affermavano, i principi collegati renitenti a riconoscerlo in sovrano di Napoli, quando le minacce venivano solamente dall'Italia; lo sarebbero meno, ora che le minacce medesime venivano loro dall'Italia e dalla Francia unite; si vedesse innanzi a qual fine riuscissero i pensieri e gli andari di Napoleone, ed a quale le decisioni del viennese congresso, tutto intento alle cose di Francia. Come poteva, esclamavano, il re prevedere che una volta mossa la guerra, non vedrebbe ogni cosa rovinare d'intorno a sč? Formidabile potenza essere l'Austria in comparazione della piccola monarchia napolitana, e questa incominciare appena a respirare dalle precedenti percosse. Badasse dunque a solidare meglio una pace divenuta necessaria, che a dichiarare una guerra piena di tanta incertezza; penuriare la finanza di numerario, nč convenirsi accrescere gravezze ai popoli che potrebbero grandemente risentirsi in un caso di facile precipitazione; pių onorevole e pių sicuro partito essere il tenere la parola data, che correre con impeto inconsiderato incontro a nuovi pericoli; e se infine una presa d'armi era giudicata necessaria per accostarsi alle Alpi a darvi la mano agli aiuti di Francia, ella era nondimeno stimata ingiusta, perchč quali recenti offese aveva ricevuto Napoli dall'Austria?
| |
Vienna Londra Napoli Italia Italia Francia Napoleone Francia Austria Alpi Francia Napoli Austria
|