Del resto, terminava dicendo il viennese ministro, sentire l'imperatore Francesco in cuor suo grave dolore de' mali che stanno ora per aggravare i suoi popoli d'Italia; ma stante che Napoli si preparava ad assaltare, non se ne starebbe Vienna oziosamente a badare, e poichè la guerra si rendeva inevitabile, in guerra si appresenterebbero gl'imperiali con sommo studio e con tutte le forze loro; solo compiacersi in pensare che, come suonavano le parole, così essere state le azioni del suo signore conformi al giusto ed all'onesto. nè l'Austria si contentava di queste diplomatiche protestazioni; ma stimandosi per la subita invasione di Murat oggimai liberata dagli obblighi precedentemente contratti, addì ventinove aprile dello stesso anno 1815, cioè quando pei disastri accaduti le napolitane cose erano già molto scadute, concluse un accordo con Ferdinando di Sicilia, con cui si stipolava che gl'imperiali i quali guerreggiavano allora felicemente in Italia, entrerebbero nel regno per farvi accettare la di lui autorità; e per lo contrario, s'impegnava il Barbone di sborsare all'Austria per la presente guerra la somma di venticinque milioni di franchi. Il gabinetto di Londra mandò ordine ai comandanti delle navi britanniche che correvano il Mediterraneo, specialmente fra Malta e la Sicilia, di aiutare, ove fossero di ciò richiesti, gli sforzi di Ferdinando. Ed affinchè l'edifizio scosso da molti lati più presto rovinasse, il primo giorno di maggio il re Ferdinando, mentre allestiva in Sicilia una spedizione per approdare in Napoli, si faceva precedere da un pubblico bando, in cui prometteva ai Napolitani piena ed intera amnistia a tutti, conservazione ai militari delle paghe, assegnamenti, gradi e onori di cui attualmente godessero.
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