Sanno i compatriotti vostri di Torino, Milano, Venezia, Bologna, Modena, e di altre non meno illustri cittą, le esortazioni mandate loro dai re, quando era in essi potente il timore, disdette o tradite, quando furono rimosse le cause di temere. O Italiani! Assai infelicitą ed umiliazioni fin qui sofferiste; accorrete ora al riparo; stringetevi in ferma unione; conquistate prima col valore la independenza; avrete poscia maggior libertą e pił riposato vivere da uno statuto, il quale difenda la vostra nazionale franchezza, si confaccia ai miglioramenti del tempo e al bene di tutti".
Questa chiamata agl'Italiani, che aiutata dalla fama dei trionfi di Napoleone in Francia e dal generale sollevamento dei patriotti in Italia, poteva partorire accidenti maravigliosi, rimase senza effetto, come vedrassi nel progresso, per la incapacitą di chi doveva avvalorarla con l'armi. Reca poi non poca sorpresa il vedere con qual fronte Giovacchino esagerasse anche oltre il vero e il credibile il numero dei soldati da lui comandati, i quali, benchč fossero a quel tempo fra i pił valenti d'Italia, ed avvezzi a guardare fermamente in viso al nemico, pure, se arrivavano, certo non passavano i trentacinque mila. Di questi si dovevano lasciare i presidii nelle terre occupate, dove la incerta fede degli abitatori non permetteva che si andasse avanti senza lasciarsi guardate le spalle; onde divisi e sparpagliati non sarebbero stati capaci di far testa ad un'oste riunita e bene avvisata. I Tedeschi avevano allora in Italia tra fanti e cavalli oltre a cinquanta migliaia di combattenti allestiti di tutto punto, numero pił che sufficiente ad offendere, non che a difendersi: altri molti stavano nel Tirolo pronti a seguitare.
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