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      Del quale accorgimento si vogliono sommamente lodare i Tedeschi; avvegnachè, e per esso si preservasse dai primi furori della guerra il Milanese, e si desse comodità ai rinforzi di arrivare.
      Seguita la occupazione di Bologna, parte tanto essenziale dell'impresa alla quale allora intendeva il re, dava ordine perchè si distendesse l'esercito in quella maggior larghezza di paese che più stimava convenirsi a' suoi disegni. A questo fine, spartite le genti napolitane in tre diverse schiere, delle quali ognuna era composta di sei mila soldati, la prima, retta dal generale Carrascosa, indirizzava a Castelfranco con obbligo di accennare a Modena; la seconda, sotto il governo del generale D'Ambrosio, aveva carico di portarsi su la strada di Ferrara; la terza, che obbediva al generale Lecchi, doveva recarsi su quella di Cento, e spingere la sua vanguardia a Bondeno. Era in quel giorno intenzione di Carrascosa di farsi padrone di Spilimberto per vegliare più da vicino gli andamenti degl'imperiali che stanziavano assai forti nei luoghi circostanti. Questa posizione massimamente era come il nerbo di tutta la impresa, siccome quella, che non essendo per la debolezza del presidio sufficiente ad opporre una vigorosa resistenza, dava speranza ai regii di poterla presto superare; quindi, varcato il Panaro da più lati, dopo di avere pienamente disfatto quella testa di Austriaci, correre vincitori infino a Modena. Bene e molto prudentemente era pensato quest'ordine di guerra; perchè, oltre che potevano i Napolitani, quantunque con forze minori, con la speditezza loro facilmente conculcare gl'imperiali dalla parte di Spilimberto e Modena, se la fazione accadeva loro propizia, e procedendo essi con la medesima celerità, avrebbero poscia potuto romoreggiare uniti sulle rive del Po per condurvi a perfezione gli accordi già innanzi seguiti, di far levare le Legazioni a quella apparizione d'insegne italiane.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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