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      Tali erano i ripari esteriori, ma ai due capi del ponte ed ai fianchi di esso non avevano gli Austriaci pretermesso tutti quei provvedimenti che si appartengono ad una buona e valida difesa. A tal fine, e perchè prevedeva che l'urto gagliardo dei Napolitani si sarebbe voltato da quella parte, il generale Bianchi operò che alcune bocche di artiglierie poste sopra e sotto del ponte, battendo in crociera, vi stessero parate a sfolgorare i passanti, e che le quattro torri le quali fronteggiano le due entrate, fossero guernite di quanti soldati spediti potessero trattenere e tempestare il nemico. Aveva ancora il prudente Austriaco per modo operato, che se i battaglioni del re fossero stati tanto audaci da superare audacissimamente una prima fronte d'imperiali, prima di avanzarsi, trovassero un secondo intoppo che non darebbe loro minor travaglio, e farebbe poi anche abilità ai disordinati Austriaci di securamente rannodarsi. Pertanto il primo adito del ponte di Santo Ambrogio per chi viene da Castelfranco otturava con sacca piene di terra, botti, travi ed altri ingombri siffatti, e quella parte del suo campo già tanto forte per sè stessa, rendeva di difficile accostamento e quasi impenetrabile. Oltre a ciò, e perchè niuna cosa mancasse; a conseguire con mezzi gloriosi un fine più glorioso ancora, avevano i Tedeschi opportunamente distribuito molti feritori leggieri in una delle case che stanno presso al ponte, donde potevano ad ogni pericoloso accidente o fulminare dall'alto, o comparire improvvisamente alle spalle ed alle coste di un nemico piuttosto temerario che ardito.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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