Pericolava Astuti, pericolava Carrascosa; l'onore stesso delle napolitane armi ne andava con la sorte terminativa di quella battaglia. Ed ecco, che Filangieri impaziente delle decisioni tarde si fa innanzi a Murat, dicendogli: "Piacciavi, sire, affidarmi la condotta di queste genti, e prometto darvi presa Modena, o fia oggi l'ultimo fatto per me". Conosceva il re l'audacia dell'aiutante di campo suo, e ne augurava bene; volentieri gli acconsentiva il governo della schiera destinata a dar dentro.
Arrivava il giovane valoroso alle due torri che sono all'un capo del ponte, e quivi con poche compagnie attaccava una fiera zuffa con gl'imperiali, che validamente contrastavano. Pure, animati dal valore proprio e dai conforti del capitano loro, i Napolitani superavano quella prima testa nemica, sforzando gli Austriaci a ritirarsi. E gią vinte le bene contrastate torri, restava che con pari ardire si vincesse l'entrata, la quale a guisa di fortissimo muro si appresentava ai passanti. Qui fu forza por mano ai cannoni, e traendo a scaglia aprirsi un facile varco, quantunque le artiglierie tedesche non se ne fossero rimase oziose in tanto moto, e spesseggiassero anch'esse co' tiri.
Mentre in tal modo si combatteva con egregia virtł tra i Napolitani da un canto e i Tedeschi dall'altro, i primi perchč s'erano al tutto risoluti a voler passare, i secondi per impedire che passassero, Filaugieri disponendo in colonna di attacco il terzo lancieri ed il primo di linea, buoni tutti e rischievoli soldati, a questi comandava gli tenessero dietro, ed a Fontaine, il quale per disposizione del re doveva in quel giorno obbedire a lui, seguitasse con tutta la sua gente.
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