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      Gradiva Murat la nobile offerta, ed al deputato mandava di riferire grazie e lodi ai compagni, risoluti a lasciare i pacifici studii delle scuole per lo strepito e i rischi dei campi e delle battaglie. Ma in questa Pellegrino Rossi, di quei giorni nominato dal re prefetto a Bologna, e principale consigliero di lui in tutte queste faccende, s'era ristretto a segreti colloqui col principe, e di poi al generoso Comasco palesava, non solo la difficoltà di provvedere armi ed assisa agli studenti, ciò che in realtà era visibile ad ognuno, perchè i Napolitani uscivano a quella guerra difettosi d'ogni necessaria cosa, ma i fastidii e le contrarietà che avrebbe ad ogni passo suscitate alle militari operazioni ideate dal re quell'ingombro di gente male disciplinata, e specialmente invasata da opinioni eccessive(17).
      Ancora, i vecchi uffiziali e i soldati recentemente levati dall'Austria in Lombardia, erano stati mandati alle lontane stanze dell'Ungheria, e la generazione nuova che non aveva esercizio alcuno di guerra, vedevasi mantenuta nel dovere da una milizia austriaca agguerrita, pronta a vivere in pace con tutti per non accrescere il numero degli scontenti, se quietamente attendessero ai domestici uffizii, od a tornarli alla usata obbedienza colle spade e i cannoni, se osassero fare un leggiero segno di scuotere il giogo. Poi, una guerra minuta e sparsa o, come suol dirsi, di monti, non potendo aver luogo nelle vaste pianure del Milanese, nei combattimenti grossi e campali bisognava studiarsi di far fronte alle cavallerie ungara e tedesca con le fanterie disciplinate e bene armate, sollevando nondimeno la gente della campagna per tagliare le comunicazioni e le vie ai viveri, o impedire il facile viaggio ai rinforzi.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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