Frattanto i muratiani sempre più si tiravano indietro per far massa in Ancona. Già il dì 21 aprile stanziavano Carrascosa, d'Ambrosio e Lecchi a Cesena, Ravenna, Forlimpopoli e sul Ronco, fiume che scorre tra Forlimpopoli e Forlì, e si versa nell'Adriatico poco più sotto a Ravenna. Tentarono gli Austriaci il varco del fiume; ma ne furono rispinti con perdita di più che quattrocento dei loro dal bravo luogotenente colonnello polacco Malcewsky, che militava agli stipendi del re. Aveano combattuto degli Austriaci 4,000, dei Napolitani soli 1,500; dei secondi forse 50 mancarono. Pure il 22 dello stesso mese, sul cadere del giorno, fatto un nuovo tentativo, che riuscì loro questa volta assai felicemente, tutti i corpi di Neipperg tragittarono sulla opposta riva.
Furonvi anche ne' dì consecutivi diversi incontri di poco momento quanto all'esito loro, ma di maggiore per le contrarie disposizioni dei generali delle due parti. Avvegnachè Murat vie più internatosi nel pensiero di avere a fronte tutta l'austriaca mole, e stando in continuo timore di vedersi assalito da più lati da un nemico ch'ei reputava potente per la moltitudine dei soldati, non si volle commettere ad una fortuna dubbiosa; e dall'altra parte, Neipperg passando il Ronco si era già troppo innoltrato, e la salute sua derivò piuttosto dalla inazione del re che non lo fece a tempo pentire della sua temerità, essendo suo carico principale di contenere i Napolitani, non d'incalzarli, e di aspettare che Bianchi fosse arrivato coi rinforzi.
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