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      I più assennati fra gli uffiziali credevano questo partito di combattere in prossimità di Ancona essere il migliore, essendo il paese non tanto vicino alla frontiera del regno, dove gli spiriti del soldato napolitano vengon sempre meno e più inclina alla diserzione, ed in caso di disfatta, potevasi l'intiero esercito in pochi giorni riparare dentro il confine. Era poi anche difeso, di fronte dalla fortezza di Ancona assai ben provveduta; da tergo dalle fortezze interne, che facevano ancor più sicura una ritirata.
      Ma ecco venire in fretta a Murat un corriere portatore di certi annunzii, che gli Austriaci fossero comparsi a Tolentino, e che già indirizzassero il loro antiguardo a Macerata. Era Bianchi, il quale dopo di avere mandato Nugent verso Ceprano, procedeva arditamente ad incontrare Neipperg per ridurre i Napolitani a discrezione di due capitani sperimentati e sagaci.
      A così infausto caso si riscosse il supremo comandante; e se prima non s'era egli mostrato tanto vivido operatore quanto i tempi parevano richiederlo, ora si possono lodare in lui una straordinaria attività ed una costanza di pensieri mirabile. Ordinò al generale Carrascosa, si mantenesse in Sinigaglia, e di là tenesse in riguardo Neipperg, che faceva le viste di volersi raccozzare con Bianchi. Era il primo dì di maggio. Impose Murat alla divisione del generale d'Ambrosio, gisse a Macerata; egli medesimo seguitava. Vi arrivarono il mattino del giorno seguente i generali Pignatelli-Strongoli e Livron con le genti loro, ed a poca distanza la legione capitanata da Lecchi.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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