Il signor Roberto Wilson, in una sua operetta militare di molto pregio, sebbene piccola di mole (A Sketch of the military and political power of Russia, London, 1817), dopo di avere parlato di trame e brogli maneggiati nascostamente dai confederati per conseguire ad ogni costo la occupazione di Parigi, dice dello Stato ligure, che quantunque quel paese sia tale, che l'ostilità de' suoi abitatori possa essere dannosissima ad un esercito invasore, pure Bentinck potè occupare Genova, favoreggiato com'egli fu dai fratellevoli servigii loro. E qui di nuovo è da rammentare siccome Roberto Wilson fosse a quel tempo commissario britannico in Italia. Oltre a ciò la Rivista d'Edimburgo di quell'epoca (The Edinburg Review, n.° LV; Foreign Policy of England) dice ancora più esplicitamente, che il comandante delle forze britanniche andò con soli tre mila soldati inglesi e cinque mila raunaticci d'Italia all'assalto di Genova, città difesa da eccellenti fortificazioni e da un presidio di seimila Francesi; ma che di niun profitto sarebbero stati tutti gli sforzi degli assalitori per impadronirsene, se non li avessero aiutati i Genovesi, non rimastisi inoperosi ad osservare in quella occasione, ma rispondenti all'invito fatto ad essi dall'Inghilterra, di soccorrere ai liberatori esterni contra il presidio interno.
Non mancavano pertanto ai Genovesi buone ragioni per credere che potrebbero essi conservare la loro independenza, tirati massimamente a questa credenza dalle promesse di Bentinck prima e dopo il suo ingresso in Genova.
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