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      Rome n'est plus dans Rome, elle est toute où je suìs.
     
      Ma nel regno di Napoli si è ben lungi dall'aver tutto quando si ha la capitale. La popolazione delle provincie, e principalmente delle Calabrie, ha quasi che nulla di comune con quella delle grandi città del regno.
      Ho visto le due Calabrie durante la guerra; gli abitanti, ben condotti, son capaci di prodigi. Son uomini, o possiedono le qualità per essere tali, come all'altra estremità della penisola, i montagnoli della Liguria.
      I Calabresi si son ribellati contro gli Spagnoli e contro i Francesi perchè non si è conosciuta la maniera di affezionarli, e perchè essi hanno l'eccellente qualità di non poter soffrire il giogo straniero, prima e solenne disposizione per formare, come per mantenere una nazione independente.
      Quanto io temo la complicazione degli ostacoli che presentano gli Stati romani, altrettanto io penso che i popoli delle Calabrie, degli Abbruzzi ed altre provincie della Sicilia continentale già un poco dirozzati dalla presenza dei Francesi, potranno diventare di un grandissimo soccorso al risorgimento e al consolidamento della gloria nazionale in Italia. Si tratta di non inviar loro che degli uomini, i quali conoscano bene il loro carattere, e che sieno animati dalla volontà di studiarli bene. Questo carattere ha moltissima correlazione con quello dei montagnoli della Corsica.
      Infine io credo possibile, anche probabile, di pervenire alla rigenerazione italiana, a condizione che vi si proceda col mezzo di un primo passo preparatorio, cioè una federazione costituzionale.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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