Contra tutte queste genti l'Austria aveva riunito in Lombardia sotto la condotta del maresciallo Frimont settanta circa migliaia di soldati elettissimi, parati ad andarsi a congiungere con le forze piemontesi, e marciare insieme ad uno sforzo contemporaneo verso la minacciata Savoia, e più oltre verso il Delfinato. In questo mentre Vittorio Emmanuele accresceva continuamente i numeri delle sue schiere, delle quali affidava il comando al generale de la Tour; ma o che sperassero i confederati che la pace non ancora verrebbe turbata da tante guerresche preparazioni, o più veramente che Napoleone si proponesse in questa occasione di prevenire con la solita sua subitezza i disegni del nemico, partendo da Parigi il dì 12 del mese di giugno per dare cominciamento alla guerra nel Belgio, mandò ordine a Suchet che s'era accostato alle stazioni più prossime a Chambery, di assaltarvi con un impeto improvviso i Piemontesi inferiori in numero, e inabili certamente a tenere il fermo contra quella furia con cui sogliono i Francesi andare all'assalto. Occupavano la Savoia sarda poco più di tremila soldati comandati dal generale D'Andezeno; de la Tour accampava tuttavia colle sue truppe nei dintorni di Torino, e gl'imperiali non ancora s'erano mossi dalle stanze loro per varcare il Ticino, e venire al soccorso dei Piemontesi.
La notte del 14 al 15 di giugno, senza nemmeno farsi precedere da una dichiarazione di guerra, i Francesi partiti da Chambery invasero la Savoia sarda in tre colonne; una, che marciando a destra, procedeva verso Montmèlian; l'altra, che teneva il centro, s'andava avvicinando ad Aiguebelle, dove sorprese e fece prigione un battaglione piemontese che la custodiva; finalmente la terza, camminando a sinistra, s'indirizzava verso l'Hòpital e Conflans.
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