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      E già fino dal giorno 9 di giugno di questo medesimo anno 1815, aveva il congresso stabilito nel suo atto finale, che il re di Sardegna, ricuperando il ducato di Savoia, cederebbe alla Svizzera quella parte ch'è confinata tra i due fiumi Arva e Rodano, il qual paese comprende alcuni distretti del cantone di Saint-Julien prossimo a Ginevra; le cederebbe inoltre la montagna di Salève fino e Veiry, ed i territorii chiusi fra la strada del Sempione, il lago di Ginevra e l'Hermance. Determinò in pari tempo il congresso che tanto le province del Ciablese e del Faussigny, quanto gli altri paesi della Savoia posti a settentrione di Ugine, facessero parte della neutralità svizzera guarentita da tutti i potentati di Europa siccome conforme agl'interessi di ciascuno di loro; perciò ogniqualvolta le potenze confinanti con la Svizzera si trovassero in guerra aperta o imminente, le truppe sarde stanzianti nei luoghi minacciati od invasi si ritirerebbero, rimanendo alla sola Confederazione elvetica la facoltà di mandarvi presidii proprii. Continuerebbe ad ogni modo ad esservi, come prima, in vigore l'amministrazione civile da esercitarsi in nome del re di Sardegna, e da autorità delegate da lui; goderebbe poi sua maestà della medesima facoltà riserbata alle potenze collegate, di fortificare cioè tutti que' punti della sua monarchia che stimerebbe convenienti per assicurarla da qualsivoglia invasione nemica.
      Assestate in tal modo le faccende d'Italia in Vienna, i ministri d'Austria, d'Inghilterra, di Russia e di Prussia si recarono a Parigi per regolare colà d'accordo col governo francese gl'interessi esistenti fra la Francia e gli Stati già a lei soggetti, i quali ora ritornavano in potere degli antichi loro signori, o erano aggiunti ad altri.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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