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      Conduceva seco dugento cinquanta soldati disposti al vincere, dispostissimi al morire, devoti al napoleonide per volontaria affezione, più devoti per casi di ultima inconsiderata ventura. A costoro Giovacchino aveva dato per capi il generale Franceschetti ed un Natali colonnello di artiglieria, da lui novellamente promosso a maresciallo di campo. Di denaro aveva quanto richiedevano i bisogni del momento, poichè gli erano stati sborsati novanta mila franchi in cambio di particolari sue gioie vendute, ed aveva dato fuori cambiali per la valuta di trecento mila da obbedirsi a vista sopra un banchiere di Parigi: nel rimanente, quando fosse giunto sulle terre di Napoli, confidava nelle maggiori rimesse della casa Falconnet, e nella ricchezza del paese. Nemmeno trascurò le proclamazioni ai Napolitani; nelle quali, dopo di averli esortati a levarsi dal collo il vituperevole giogo dei Borboni, così Murat parlava loro: "Valorosi Napolitani, accorrete meco a liberare la capitale e la patria, nè più vi trattenga il timore dell'armi straniere. Io non ho mai abdicato la corona, nè una sola rotta toccata può spogliarmi de' miei diritti al trono; io imito ora l'esempio di altri principi che il ricuperarono con una invasione. L'imperatore d'Austria che nei passati tempi credevami ossequioso ai voleri di Napoleone, ora meglio istrutto delle mie intenzioni, diverrà il migliore e più fermo sostegno della mia dinastia. Il re di Napoli non darà in avvenire più cagioni di temere ad alcuno, poichè non nutre pensieri d'ingrandimento contra le possessioni del papa o contra i restanti dominii dei principi italiani; ma sarà da qui innanzi l'amico e il fedele alleato de' suoi vicini". Perchè poi non mancasse a questi blandimenti nè anco l'usato condimento delle promesse di libertà, Giovacchino annunziava ai popoli la intenzione di dare uno statuto costituzionale, tostochè avesse ricuperato il napolitano suo seggio.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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