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      Il cielo cominciava a minacciare disastri a quella audacissima impresa. Percossa da venti contrarii e impetuosi sopra le coste della vicina Sardegna, la flotta si vide in punto di rompere negli scogli. Ma presto tornato il mare alla solita calma, e risplendendo più benigne stelle alle viaggianti vele, il dì 6 del mese di ottobre giungeva, non a Salerno, com'era suo primo disegno, bensì nelle acque della Calabria meridionale. Qui l'aspettavano nuovi e più terribili casi. Levavasi improvvisamente una fiera burrasca, che sollevando con grandissima furia le onde, e per l'impeto del vento rendendo inutile l'opera delle braccia e delle vele, disperdeva in un subito le combattute navi: due sole di esse rimasero a veduta del lido, ed a queste poco stante si accostava una terza retta da un Courrand. Giovacchino avrebbe, come pare, dovuto rinunziare ad una fazione contro la quale gli stessi elementi si scatenavano con gran furore, e frattanto attendere a rintracciare i legni dissipati. Ciò non ostante si risolveva, quando fosse scesa la notte, d'impadronirsi per sorpresa della vicina Amantèa, e di là indirizzare i pensieri agli accidenti futuri. Già era anzi sul punto di sbarcare, quando Courrand il quale, come scrivono alcuni, infin dai primi momenti aveva l'animo vólto alle insidie, si allontanò con la sua barca dalla spiaggia napolitana, e con cinquanta soldati cui comandava veleggiò a dilungo verso la Corsica. Courrand di nascita francese, era obbligato a Murat del grado di capitano nella sua guardia in Napoli, e dei più volte espressi segni di sua reale benevolenza.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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