Barbarà con due navi, Courrand pur colla sua e con altra da lui incontrata per via, giunsero felicemente in Corsica, possessori di misere spoglie, dagli onesti e dalla pubblica voce gridati ladri e traditori. Restavano della piccola spedizione due sole navi; le quali vaganti a caso, ignare dei luttuosi avvenimenti del Pizzo, furono pochi dì dopo sorprese e catturate dalle cannoniere napolitane.
All'annunzio del successo di Trentacapilli e dell'arresto di Murat, il generale Nunziante che comandava pel re Ferdinando nelle Calabrie, si trasferì da Monteleone al Pizzo con tutti quei soldati che in tanta pressa ebbe potuto mettere insieme, pruovati e devotissimi alla real casa dei Borboni. Non aveva Murat mai veduto nè conosciuto Nunziante, nè questi lui; nondimeno seppe così bene il generale in tale occasione conciliare il rispetto alla persona dell'augusto prigioniero coi doveri della sua carica, che se gli accrebbe la fama già innanzi acquistata in Sicilia di suddito fedele al suo signore, ma giusto e buono con tutti. Diede gli ordini necessarii perchè Giovacchino fosse diligentemente custodito nel castello, ma nei colloqui avuti con lui l'onorò come a principe e a re infelice si conveniva. Avvertiva al tempo stesso il governo di Napoli dell'esito della spedizione tentata da Murat, e della sua cattività. Ne riceveva in risposta per telegrafo e celere messo: Creasse subito una commissione militare per giudicare il carcerato quale disturbatore della pubblica tranquillità, e gli si accordassero solamente brevi istanti per apparecchiarsi ai conforti della religione; il generale Nunziante avesse pieni poteri e facoltà di provvedere in quelle parti alla stabilità del trono ed alla salute dello Stato.
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