Attendeva infine il fiero prelato a cacciare d'impiego tutti coloro che avevano servito in qualsivoglia modo le persone o l'amministrazione di Francia, non curando querele, preghiere o ragioni, che potessero addurre i rimandati a scusare l'ufficio. Narrasi di uno, che raccomandandogli un suo figliuolo uffiziale nella milizia francese, perchè lo ammettesse a pari grado nelle schiere pontificie, l'udì esclamare furibondo: Maledizione, maledizione! Gettatelo al fuoco! Narrasi di un altro, certo Morelli, il quale visitando il Rivarola, e da lui implorando la grazia di continuare nell'impiego infino allora lodevolmente occupato, e sperando di ammollire la durezza del delegato col toccare della morale evangelica e de' buoni costumi, dicessegli fra l'altre cose: Non avere trovato altro mezzo di campare onestamente la vita; lui essere padre di numerosa famiglia composta unicamente di figliuole, e piuttosto che prostituirle, avere accettato il carico di servire al governo straniero. Meglio prostituire le figliuole, che servire ai Francesi, risposegli aspramente il prete adirato. Non molto dopo, già fatto cardinale di santa chiesa, colmo di lodi e di onori, ma non sazio ancora di vendette, che quel tristo sfogava più tardi in Ravenna, questo medesimo Rivarola, sedendo assiduo alla mensa della principessa Borghese, Paolina Buonaparte sorella a Napoleone, fra le squisite vivande ed i spumanti bicchieri dello Sciampagna, cantava inni di gloria ai napoleonici fasti ed all'impero francese. Con tali auspicii annunziavasi il ritorno del vicario di Cristo nella romana sua sede.
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