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      Quindi le armi vittoriose dei repubblicani di Francia, che scemarono a Tolentino con l'imperio il prestigio della potenza del papa, e Pio VI, il quale morì prigione a Valenza nel Delfinato, avevano scosso da cento lati l'edifizio infino allora venerato di Roma; non dell'antica Roma sacerdotale, la quale diceva: "Non contaminate con la vostra presenza il tempio del Signore, o voi che avete le mani bruttate di umano sangue"; ma della moderna Roma farisaica, che dice: "Recatemi qua molt'oro ed argento, spregevoli doni di questo mondo, ed io vi aprirò il sempiterno gaudio del paradiso"; non della Roma civile, madre e tutela della civiltà europea, ma della Roma barbara e dei novelli sultani sotto nome di papi. Venne finalmente Napoleone; il quale aggiunte per decreto Roma e le sue province all'impero di Francia, e dicendo sorgente di continui disordini nel mondo la riunione dei due poteri, spirituale e temporale, nella medesima persona del sommo pontefice, ed i pontefici di Roma essersi troppo spesso serviti dell'influenza dell'uno per sostenere le pretensioni dell'altro, donde la confusione degli affari spirituali, immutabili per loro natura, coi temporali che mutano col mutare delle circostanze e della politica dei tempi, chiamava a sindacato la signoria temporale dei papi, la potestà esercita dal successore di Piero e gli oracoli creduti infallibili del Vaticano.
      Tornava ora il papa ad occupare la cattedra di san Pietro; ma poteva dirsi ugualmente il papato restituito nella pienezza ed integrità dei diritti consentiti in passato?


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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