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      Ma il papato del secolo XIX non era più quello del buon tempo antico. Ampliato per consentite usurpazioni il temporale dominio e fattosi alleato o servo dei re; agitandosi assiduamente affinchè la patria nostra non potesse riunirsi sotto un capo potente e guerriero; immischiatosi, quando complice, quando spettatore tranquillo, nelle contese fra i popoli e i principi; spesso benedicendo il coltello che dovea scannare le vittime adocchiate dai sospetti di un tiranno; reggendosi in ogni suo andamento coi principii e le prevenzioni delle classi privilegiate, perchè dimentico della sua primitiva istituzione, il papato del secolo XIX, ridotto per naturale conseguenza de' suoi primi passi a partecipare alle imprese buone o ree, alle vicende, ai delitti, ai pericoli delle monarchie della terra; assediato come le corti dei principi da una folla di cortigiani, cardinali, monsignori e preti, premurosi di aggrandire le proprie ambizioni o di stabilire la propria fortuna; disseccate le fonti dei brevi, delle bolle, delle reliquie, delle dispense, delle indulgenze, delle scomuniche, da cui scaturivano tanti tesori alla santa Sede e tanto vituperio alla religione; cresciute oggimai le occasioni di largheggiare nelle spese del fasto, dei conviti, delle lussurie, degli arredi, dei servi, e necessitando che quella voragine aperta riempissero sole le sostanze e i sudori dei Romani, il papato venne ognora più peggiorando per mala amministrazione interna, e finì appunto come le monarchie de' nostri giorni, amico alle signorie, avverso alla ragione, perciò odioso e spregiato.


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-Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834
Parte prima 1814-22
di Giuseppe Martini
Tipogr. Elvetica Torino
1850-1852 pagine 496

   





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