Il dì 23 giugno dell'anno 1814, il cardinale Consalvi, per ordine di Pio VII, trasmise da Londra ai gabinetti d'Europa una nota significantissima, la quale metteva in piena luce gl'intimi sensi della corte di Roma. Dimandava in essa il cardinale si restituissero, perchè occupate attualmente da forze o autorità straniera, alla santa Sede, non solo le Legazioni e le Marche, ma Pontecorvo, Benevento, e perfino Avignone col contado Venesino, siccome quelli ch'erano stati tolti per forza, mentre Roma li possedeva per antichi trattati e di pieno diritto. Non fare ostacolo per le Legazioni il trattato di Tolentino, provocato in origine senza giusta causa da una brutale aggressione, imposto di poi da un soldato armato e forte ad un prete disarmato e debole; non giustificato nemmeno da apparenti ragioni, perchè niun motivo di minaccia o di guerra esisteva prima tra Roma e Francia. Ed oltre a ciò, il sommo pontefice Pio VI avere già fatte in proposito le sue proteste, ed averle rinnovate l'attuale pontefice Pio VII, appena si fu seduto sul trono. Provarsi poi la invalidità di tali trattati per molti esempii passati e presenti di principi, ai quali vengono ora restituiti i possessi loro usurpati prima con la forza, poscia da loro medesimi anche ceduti per accordi fatti e scritti; provarsi per gli stessi procedimenti del governo francese, il quale, dopo di avere sforzato Pio VI a consentirgli il trattato di Tolentino, lo disconobbe fra non molto per cavarne pretesti ad invadere Roma, e via portarsene il papa in Francia.
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