Quanto a Benevento e Pontecorvo, essere state quelle due possessioni usurpate da Napoleone, con promessa dal canto suo di compensi non mai assegnati; avere già prima la santa Sede protestato a tal riguardo, ed ora chiedere similmente la restituzione di queste due terre; non ignorare le alte potenze collegate, che non mai la santa Sede fece atto di riconoscimento a favore dei due personaggi cui furono esse conferite, e che ogni anno anzi, nel giorno solenne di san Pietro, rinnova il papa le sue proteste per quella ingiusta ed arbitraria usurpazione. "Nè è già, conchiudeva la nota del cardinale, per uno spirito di dominazione che il santo Padre reclama la sua reintegrazione nella totalità de' suoi possedimenti, ma a ciò si trova obbligato da' suoi più stretti doveri come amministratore del patrimonio di san Pietro, e da giuramenti solennemente prestati di conservarlo e recuperarlo. Vi è pure obbligato dalla necessità di sostenere decorosamente la sua dignità, e di sottostare alle grandi spese che, come tutti sanno, vi sono annesse, tanto pel servizio de' fedeli, quanto pel vantaggio della religione. Ed avendo il santo Padre quasi intieramente perduti gli altri mezzi che in passato aveva di provvedervi, non potrebbe ora tollerare di vedersi privo di quelli che può ricavare dal conservare la totalità delle sue proprietà; conservazione la quale, anche independentemente dalle accennate ragioni, vanta diritti più antichi e più incontrastabili di quelli che molti potrebbero produrre ad assicurazione delle loro".
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