Abbenchè le intenzioni e le attuali condizioni della santa Sede fossero chiaramente ed esplicitamente espresse in quello scritto del cardinale, i principi con tutto ciò esitavano da principio a restituire al pontefice tanto le province dianzi unite al regno d'Italia, che ancora supponevasi si volessero assicurare alla discendenza di Eugenio Beauharnais, quanto quelle che si conoscono più particolarmente sotto la denominazione di Legazioni, che vociferavasi sarebbero per un tempo indefinito occupate dalle truppe austriache. Presto però, o che ciò avvenisse per considerazioni politiche di maggior momento, o che l'arrivo del Consalvi spedito a rappresentare il papa a Vienna avesse ottenuto questa fortunata mutazione nelle deliberazioni dei collegati, si trovarono unanimi nel congresso i pareri, non solo intorno alla restituzione del papa nella piena sua autorità di prima, ma al suo rappresentante furono date universalmente dai principi e dai ministri tali prove di stima e di amore alla persona di Pio VII, da non lasciargli più dubbio alcuno sulla buona disposizione degli animi loro. Del come si dovessero reggere i popoli negli Stati pontificii si tennero brevi e vaghi discorsi: parlò nondimeno Consalvi a nome del suo signore sensi di umanità, di giustizia, di religione, ed i principi mostrarono di credere a quelle sì benevole assicurazioni, avvalorate com'erano specialmente (così asseriva Consalvi) dalle ripetute promesse date a voce dal capo dei credenti, fonte inesauribile di beneficenze e di verità.
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